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La gastronomia come esperienza turistica culturale

Conoscere una nuova cultura attraverso il turismo gastronomico

Quando si pensa al turismo, la mente va agli edifici storici, ai palazzi, alle spiagge, ai castelli, alle città d’arte, etc, ma ci sono elementi culturali che non hanno una struttura architettonica o una forma fisica, ma sono comunque espressione di una conoscenza, di un’abilità, di un rituale e proprio per questo caratterizzano una cultura: questi includono il cibo e le tradizioni gastronomiche.

Il turismo gastronomico si fonda sull’intreccio tra cultura e cibo e si presenta allorquando l’interesse del turista si concentra sui processi coinvolti nella preparazione dei cibi, nel modo in cui essi si consumano e nella loro condivisione, situazioni che potrebbero a prima vista sembrare scontate, ma spesso nascondono dietro di sé importanti significati sociali e culturali, che identificano una cultura.

Le ricette e le tradizioni culinarie, infatti, vengono spesso utilizzate dai popoli per trasmettere una conoscenza o una consuetudine da una generazione a quella successiva. Successivamente i piatti della tradizione e le specialità culinarie locali si trasformano in veri e propri prodotti turistici: le esperienze di degustazione di piatti tipici consentono al turista di conoscere le abitudini e i modi di vita della comunità visitata attraverso le sue rappresentazioni gastronomiche.

Il vantaggio del turismo gastronomico è proprio questo: conoscere i valori di un luogo attraverso la sua tradizione culinaria e trasmetterli nel proprio Paese, come forma di arricchimento culturale.

Il cibo come elemento di conoscenza culturale

La gastronomia locale è intesa come preparazione e consumo di cibi e viene interpretata come elemento consolidante di legami e rapporti sociali e proprio per questo offre a quei turisti che viaggiano spinti dal loro vivo interesse verso il patrimonio culinario delle mete che scelgono di visitare, un modo per approfondire la propria conoscenza sugli usi e sui costumi di un luogo, permettendo loro di relazionarsi con la gente del posto, fornendogli pratiche che arricchiscono le loro esperienze di viaggio.

Le tradizioni gastronomiche di un luogo sono, infatti, testimonianza di un insieme di credenze, atteggiamenti e pratiche legate alla produzione del cibo. Esso stesso è un elemento tipico del patrimonio culturale di un luogo e svolge un ruolo chiave nella conoscenza della cultura del posto che si visita. Quando i turisti gastronomici definiti foodies si siedono a tavola per consumare quel piatto tradizionale, fondamentalmente non stanno facendo altro che attingere a secoli e secoli di culture e tradizioni locali.

Nella loro esperienza di viaggio, i foodies visitano il Paese, ammirano il paesaggio locale, ne sperimentano il clima e facendo ciò mostrano interesse negli aspetti multidisciplinari legati alla cucina e alla gastronomia, fortemente influenzate da questi fattori.

Ma anche indagando sulla storia del Paese che visitano, i turisti gastronomici si interessano su quanto questa abbia un impatto forte sulla cultura e sulla gastronomia locale. Se si prendesse come esempio l’Italia, si può facilmente rilevare come le diverse gastronomie locali abbiano creato nel tempo il crogiolo di cucine che esiste oggi nel Bel Paese, che si differenziano profondamente da nord a sud.

Il vantaggio principale del turismo gastronomico è proprio quello di comprendere come il cibo gioca un ruolo importante nella formazione dell’identità di un Paese e delle persone che lo abitano. Preparare un cibo, mangiarlo e condividerlo con gli altri non è tanto un atto fisico, quanto più un atto simbolico che collega il singolo a chi lo ha preceduto, che ha modellato feste, riti, usi e costumi.

Il turismo gastronomico come strumento per preservare le tradizioni culturali di un luogo

Nell’intrecciare cultura e cibo, il turista gastronomico mette in moto un processo di connessione alla comunità e alle pratiche culturali del luogo. Il cibo, infatti, rappresenta un modo per creare legami sociali, sia con le persone che appartengono alla propria cultura, sia con gli individui appartenenti alle culture altre.

Quando il turista si siede a tavola a consumare un piatto tipico del luogo, eleva il cibo che sta mangiando a qualcosa di speciale, perché assaggiare quel cibo significa sentirsi parte di una comunità, contribuendo a conservare in modo consapevole ricette tradizionali, che sono state tramandate di generazione in generazione, di famiglia in famiglia all’interno di una comunità, di una cultura etnica e nazionale.

Proprio per questo, il turismo gastronomico deve inevitabilmente essere considerato una nuova tendenza culturale, perché l’obiettivo del consumo dei prodotti locali è quello di entrare in contatto con il contesto sociale e storico della società ospitante, attraverso la dimensione sensoriale ed esperienziale del consumo di cibo.

Il turismo gastronomico si sta sviluppando notevolmente negli ultimi anni, interessando un mercato di nicchia, che richiede destinazioni specifiche, che abbiano come elemento di diversificazione un particolare tipo di tradizione culinaria locale, che diventa un marchio identificante l’immagine di una regione, di un paese e di una cultura.

La gastronomia locale diventa allora una vera e propria attrazione turistica, dalla quale si creano itinerari, pacchetti turistici e proposte tematiche che mettono al centro quella tradizione culinaria locale, tanto da diventare la maggiore quota di spesa che i turisti indirizzano durante l’intero viaggio.

Il turismo gastronomico ha apportato diversi vantaggi: molti Paesi hanno iniziato a dare la giusta importanza al cibo tradizionale locale, che si è trasformato da elemento della cultura locale ad attrazione e prodotto turistico, tanto da diventare una vera e propria esperienza turistica.

Molti Paesi, ad esempio, hanno adottando azioni valorizzanti il proprio patrimonio culinario, volte al miglioramento dell’offerta turistica, con lo scopo di attrarre sempre più turisti e soddisfare i bisogni di questo segmento turistico, per il quale la gastronomia non è solo parte del viaggio, ma il motivo principale dello stesso.

Eppure ancora molto deve essere fatto: diversi studi hanno sottolineato come il turismo gastronomico non venga promosso abbastanza, e che venga data priorità al turismo culturale e naturalistico.

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