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Esplora il turismo gastronomico in luoghi esotici

Spesso ci si ritrova il fine settimana a cenare con gli amici in ristoranti etnici o vagamente esotici, per degustare cibi tipici di località lontanissime con una tradizione culinaria molto diversa da quella mediterranea. Chi ama sperimentare nuovi sapori, soprattutto quelli particolarmente speziati e aromatici, non deve fare altro che organizzare un viaggio in luoghi esotici, ormai entrati a far parte a ragione di quel turismo gastronomico che sta prendendo sempre più piede, tra mete asiatiche, sudamericane e caraibiche davvero stimolanti.

I sapori caraibici

La cucina caraibica risente molto di influenze europee, creole, africane e ovviamente indigene, mostrandosi come un mondo coloratissimo fatto di spezie, con le quali si cucinano carne e pesce. Il Jerk è un mix di spezie diffusissimo nei Caraibi e soprattutto in Giamaica, dove è composto essenzialmente da pepe di Giamaica sale, noce moscata, pepe nero, bianco e rosso, a cui sono aggiunti scalogno, cipolla e sale.
Tra i piatti da assaggiare a Cuba ci sono la Ropa Vieja (stufato con riso e fagioli neri) e l’Astice in salsa criolla, mentre a Guadalupe è d’obbligo un assaggio dei panini fritti e farciti chaimati Bokit e dei Budin Noir o Blanc, ossia delle specie di pudding assai speziati a base rispettivamente di maiale e di baccalà.
Spostandosi in Repubblica Domenicana invece la cucina caraibica trova la sua sublimazione in piatti come la Sopa de Mondong, una specie di trippa con succo di arancia e nel Sancocho, a base di platano, yucca, patate e carne.

Giappone, non solo sushi

Cenare “dal giapponese” è ormai un’abitudine consolidata anche in occidente, nonostante sia certo che degustare i più tipici piatti nipponici, dal sushi al sashimi al ramen, nella loro terra natia abbia tutto un altro sapore.
A Tokyo, nel quartiere di Harajuki lo street-food è una vera istituzione, tra involtini di calamari Ikayaki o di pollo Yakitori, senza dimenticare i caratteristici Onigiri, le polpette triangolari di riso, con alga nori, salmone o tonno e condimenti vari. Nel quartiere di Rappongi Hills il turista può assaggiare il Sukiyaki, una specie di zuppa con carpaccio di manzo con noodles, tofu e funghi, mentre a Ryogoku si può vestire i panni di un novello lottatore di sumo e provare la colazione ipocalorica con il chankonabe.
Per assaggiare il vero sakè giapponese bisogna spostarsi ad Hakone oppure a Kyoto, dove sorge il Nishiki Market, luogo perfetto per assaporare l’anguilla Unagi.

La speziata cucina indiana

Il turismo gastronomico ha tra le sue mete più amate l’India, dove quasi ogni piatto è caratterizzato dal notevole uso di spezie, in primisd il curry, ma anche di riso Basmati e molte verdure.
Il Kashmir risente molto delle influenze asiatiche e lo dimostrano piatti come il saag, a base di formaggio fritto e verdure, ma anche i pani chapatis preprati con diverse tipologie di farine (presenti anche in altre regioni del nord dell’India come Haryan e Punjab).
Spostandosi nell’ovest del Paese, come ad esempio a Bombay, nell’area di Goa o nel Rajasthan, è possibile avvicinarsi a piatti come il vindaloo assai piccante, achars e dal (conserve e sottaceti vari) e, soprattutto nelle zone costiere, gamberi. A proposito di pesce, chi ama questo alimento deve assolutamente raggiungere l’India meridionale, dove viene cucinato ad esempio con tamarindo o addirittura con i peperoni.

Il Perù in tavola

Il Perù è uno stato vivace come il suo popolo, accogliente e sorridente: questo animo allegro non fa che riflettersi anche nella cucina locale, premiata con il World Travel Award nel 2014.
Il turismo gastronomico in questo angolo di America Latina non può non passare per Lima, dove il turista è invitato ad assaggiare gli stuzzichini piqueos accompagnati dalla speziata salasa criolla o dalla salsa aji amarillo, innaffiati con un sorso di chica morada, antichissima bevanda prodotta col mais fermentato.
Passando nella pittoresca città coloniale di Arequira, circondata dalle caldere di tre vulcani e dopo aver visitato il meraviglioso Monastero di Santa Catalina e il Museo Santuarios Andinos dove è conservato il corpo della celebre Juanita, si consiglia di raggiungere il Mercado San Camillo. In questo coloratissimo e caratteristico luogo si consiglia di assaggiare empanadas, l’adobo a base di maiale e il peperoncino rocoto ripieno.

Turismo gastronomico a Bangkok

Riso, frutta, verdura, pesce e spezie: sono questi gli ingredienti alla base della tanto amata cucina thailandese, da provare generalmente in tutto il Paese, anche se ci sono località dove l’offerta è molto alta.
Nella capitale Bangkok, presso il viale di Yao Warat da attraversare magari a bordo di un tuk-tuk, si può degustare lo street-food tipico come ad esempio zuppe di pasta, pesce o carne alla griglia, i dim sum simili ai ravioli cinesi, la frittata a base di cozze o di ostriche e il pad thai, il più classico dello stret-food thailandese preparato con pasta di riso fritta e condita con tofu, verdure o pesce.
Tra gli altri piatti da assaggiare assolutamente ci sono la tom kha gai (zuppa di pollo cremosa e piccante) e il gaeng daeng, preparato con verdure, pollo e il curry rosso della Thailandia, accompagnato da latte di cocco e riso al vapore.

Tour nella cucina messicana

Tra i luoghi esotici coinvolti nel turismo gastronomico c’è il Messico, la cui cucina è stata dichiarata persino Patrimonio dell’UNESCO: i protagonisti indiscussi sono i peperoncini, tra cui il famigerato Habanero, Serrano e Halapeño, pur non mancando quasi mai anche i fagioli.
Molti piatti messicani hanno origine azteca, come ad esempio il pozole, stufato a base di granturco, peperoncino e cavolo, ma anche i tamales, fagottini ripieni cotti avvolti in bucce di banane e cotti al vapore.
Al mercato Central de Abastos di Città del Messico si possono assaggiare tutti i prodotti tipici del Messico, dalle enchilladas e le gorditas fino ai tacos e alle tortillas, con l’onnipresente guacamole. In città non mancano i Comida Corrida, piccoli locali dove, a un prezzo fisso, si gustano una zuppa, un piatto di carne e contorni di verdure e riso. Non mancano ovviamente l’acqua e le tortillas, una sorta di pane bassissimo a base di farina di mais.

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